domenica 22 gennaio 2012

Perugini suona la carica ma la base del Pd non c’è

All’incontro al cinema Italia solo Franchino e Laratta

di Camillo Giuliani su Calabria ora del 21/01/2012

Ripartire dal territorio per affrontare e superare la crisi: è questa la strada da imboccare secondo il Partito democratico cosentino se davvero si vuole che gli italiani tornino ad apprezzare la politica.
Lo hanno detto e ripetuto in tanti ieri sera, durante un incontro pubblico organizzato al cinema Italia da Salvatore Perugini, Marco Ambrogio e Luigi Formoso, i tre consiglieri di quel che resta del Pd a Palazzo dei Bruzi.
La scelta del luogo della manifestazione forse non è stata tra le più felici, molti posti sono rimasti vuoti nell’ampia sala sulle sponde del Busento.
Certo, tra il pubblico c’erano consiglieri regionali come Mario Franchino e deputati come Franco Laratta. C’era pure chi, come Maria Lucente, nelle scorse amministrative aveva scelto di candidarsi insieme a un sindaco diverso da quello appoggiato dalla segreteria nazionale.
Mancavano, però, molti volti noti del principale partito di centrosinistra, primi tra tutti quelli del presidente della Provincia, Mario Oliverio, e degli uomini a lui più vicini.
Assenti giustificati a detta di Perugini, considerato che ieri a Roma c’era l'assemblea nazionale dei democrat; assenti preventivabili - vedendo le cose con un pizzico di malizia in più - visto il persistere delle lacerazioni che caratterizzano da tempo il partito di Bersani in tutta la Calabria e - in maniera, se possibile, ancora più accentuata - in provincia di Cosenza.
Ecco perché, più della crisi dell’Italia e dell’Europa, l’argomento principale della serata è stato proprio il Pd locale.
Tutti hanno parlato di come sia arrivato il momento di superare la fase delle contrapposizioni tra le varie correnti per ritrovare una posizione unitaria da mostrare a un elettorato sempre più disilluso e distante.
Le parole d’ordine, secondo gli intervenuti al dibattito, dovranno essere dialogo e sintesi: dialogo non solo col territorio, ma tra esponenti di un partito che invece sembrano pensare soltanto a farsi la guerra a vicenda a colpi di pacchetti di voti; sintesi come linea politica unitaria da seguire tutti insieme, nessuno escluso, dopo aver discusso con gli iscritti di problematiche reali, riallacciando così i rapporti con quella base che, come sottolineato da Ambrogio, «si è vista relegare, tranne nei periodi elettorali, ad un ruolo passivo dai dirigenti». Niente più litigi, insomma, e spazio maggiore alla partecipazione dal basso se davvero si vuole rinnovare qualcosa.
«O ci mettiamo alle spalle il passato, discutendo coi cittadini invece che tra dirigenti, o il Pd non si costruisce», sostiene Franchino.
«Scopelliti e il centrodestra perdono colpi su colpi e, per colpa delle nostre divisioni, rischiamo che il vuoto che lasceranno venga riempito dal populista di turno, come De Magistris a Napoli», profetizza Laratta invocando un ricambio alla guida del partito qui in Calabria.
«Io sono convinto - afferma Perugini - che la società calabrese sia in grado di trasformare la crisi in opportunità: la politica deve, però, rinnovare metodi e comportamenti, liberandosi dalla palla al piede dell’individualismo e del protagonismo per ricominciare ad ascoltare i problemi reali e progettare soluzioni efficaci».
«Mettiamoci al servizio della comunità, svegliamo chi la pensa come noi e mobilitiamo le energie dal basso», la sua esortazione finale prima del prossimo incontro pubblico.
«L’incontro di oggi - spiega infatti l’ex sindaco - sarà ribadito per intensificare i momenti di confronto con chi ci ha votato: i cittadini devono sapere che noi ci siamo».
Camillo Giuliani

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