venerdì 20 gennaio 2012

Che intellettuali le signore della notte

UN SAGGIO DI SCARAFFIA RICOSTRUISCE L’ILLUSTRISSIMA CLIENTELA DELLE CASE CHIUSE

di Nanni Delbecchi  sul fatto quotidiano del 20/01/2012

Leggendo Le signore della notte di Giuseppe Scaraffia, prosecuzione con altri mezzi del precedente Cortigiane, si rimane colpiti dal declino che l'amore non esattamente romantico ha subito negli ultimi 50 anni (ossia dalla messa fuorilegge delle case chiuse in Italia e Francia).
Non tanto per quanto riguarda il business, sempre floridissimo, uno dei tanti rami sommersi e ovviamente esentasse della nostra economia, quanto sul piano dell'immagine.
Oggi tutti si scandalizzano al solo sentir parlare di sesso a pagamento.
Eppure, come Scaraffia documenta con amabile, perfida acribia, un numero impressionante tra i più grandi spiriti dell’Ottocento e della prima metà del Novecento erano assidui frequentatori dei bordelli.
L'APPELLO completo non si può fare per ragioni di spazio ma, tanto per intenderci, non mancano Anatole France, Andrè Breton, Georges Simenon, Scott Fitzgerald, Joyce, Tolstoj, Marinetti, Buzzati, e perfino insospettabili (sotto il profilo sessuale) come Proust e Verlaine.
Non parliamo poi degli artisti, che notoriamente, veri maschi alfa, vanno al sodo assai più dei poeti.
Da Picasso in giù presenti in forze anche loro, con gli impressionisti al gran completo.
Né si pensi che si gingillassero tra signorine e maitresse solo per piacere.
C’era anche il dovere, come dimostrano Jeanne Duval, la mulatta che ispirò a Baudelaire I fiori del male o le stesse Daimoselles d ' Avignon, con cui Picasso fonda il Cubismo.
Quando un giornalista chiese a William Faulkner quale fosse secondo lui l’ambiente più adatto alla scrittura, la risposta fu: “Il miglior posto che mi abbiano offerto è quello di tenutario di una casa chiusa” (e non era una battuta).
Insomma, Le signore della notte ci dimostra a suon di prove che tra artisti e puttane c’è un’innegabile affinità elettiva, al punto da chiedersi se siano più artiste le puttane o più puttane gli artisti.
“È una nobile gara”, risponde Scaraffia.
“Certo, gli artisti sono più consapevoli di essere puttane, mentre il problema di queste ultime è che se sentono di dare troppo hanno la sensazione di svendersi,se non di regalarsi;così a differenza delle cortigiane, che erano vere artiste, vivono al confine con l’artigianato”.
Sta di fatto che durante la loro epoca d’oro nei bordelli si cercava - e si trovava - di tutto.
C'è chi, come Baudelaire, incontra la sua musa, chi varca ogni volta la soglia sperando di trovare la donna della vita, come Mario Soldati, e chi finirà per sposarsi davvero, come accade a Stephen Crane.
Ma ci sono anche quelli, come Pierre Drieu
La Rochelle, di parere avverso: “Le donne non si pagano per averle prima, si pagano perché se ne vadano dopo. Una volta ci provò a dare un appuntamento a una ragazza che lo aveva particolarmente colpito, ma, come se la vide arrivare in abiti ‘borghesi’, fuggì terrorizzato dal caffè dove le aveva dato appuntamento”.
C'è anche la terza via: quella di Georges Simenon, che nei migliori bordelli di Parigi si presentava sempre accompagnato dalla moglie, oppure dall'amante di turno.
Graham Greene, invece, da bravo cattolico, arrivava esclusivamente con le amanti.
E oggi?
Come è possibile che questa gloriosa tradizione sia finita nel nulla?
Sono rimasti solo i politici ad avere un debole per le escort?
“Intanto per gli intellettuali ci sono anche problemi economici. Si erano già alzate le tariffe, poi Berlusconi ha definitivamente rovinato la piazza. Ma è anche vero che vige una straordinaria ipocrisia sulla prostituzione, una caccia alle streghe contro quello che è al tempo stesso un fantasma ricorrente,una specie di ossessione.
E noi sappiamo che l'ossessione è il ritorno del rimosso”.
Non sarà anche che oggi le signore della notte subiscono una sorta di concorrenza da parte di tutte le altre donne, a tutte le ore e in tutti gli ambienti?
“Ma certo. Oggi le donne vogliono essere tutto, manager e femme fatali in un colpo solo, vogliono portare la minigonna, i tacchi a spillo e pure i pantaloni.”
IN EFFETTI, una certa confusione dei ruoli è innegabile; fino a venti, trent’anni fa distinguere una signora della notte era possibile al primo colpo d'occhio,già solo per il modo di abbigliarsi, mentre oggi è molto più difficile.
“Direi impossibile, anche perché la moda degli ultimi vent'anni si è ispirata non poco al marciapiedi. Ma non mi riferisco solo al look, anche ai gesti, ai toni, alla provocazione costante. Pensi alle immagini della pubblicità; almeno in un caso su due foto e spot potrebbero essere pubblicità della prostituzione”.
Povera “professionista ”.
Quale consiglio potremmo darle per reagire a questa concorrenza sleale?
“Forse come carta estrema le si potrebbe consigliare un passo indietro, sembrare la ragazza della porta accanto di una volta; l'unico modo per riprendersi un po' di quel mistero che nel passato apparteneva alla nudità. Ma oggi non c'è nulla di più qualunque di una ragazza che cammina per strada mezza nuda”.

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