mercoledì 26 settembre 2012

Forastefano e Giravite non volevano "lucciole"

Continuano intanto le sanzioni alle prostitute e ai clienti

Di Rossella Molinari su Calabria ora del 26/09/2012

Prosegue senza sosta l’attività delle forze dell’ordine a contrasto della prostituzione su strada, al fine di debellare il fenomeno e stroncare gli interessi criminali connessi.
I carabinieri della Compagnia di Corigliano diretta dal capitano Pietro Paolo Rubbo, continuano a monitorare il degradante spettacolo in bella mostra lungo la statale 106 jonica (sia sul vecchio tracciato sia sul raddoppio) identificando le “lucciole” che, ogni giorno, proprio lì, diventano protagoniste di un vero e proprio mercato della carne.
E nel periodo tra il 17 e il 23 settembre scorsi, i militari hanno identificato cinque prostitute, di nazionalità romena, per le quali, in ottemperanza a quanto previsto dall’ordinanza comunale n. 82 del 22 maggio scorso, è scattata la sanzione per “invito al libertinaggio”.
Parallelamente, sono stati sottoposti a controllo anche due automobilisti in sosta lungo i margini della carreggiata al fine di contrattare le prestazioni sessuali con le lucciole.
Per entrambi sono scattate le contravvenzioni sia per la violazione delle norme del codice della strada, sia in base ai dettami dell’ordinanza anti-prostituzione.
Un fenomeno presente ormai da anni sul territorio coriglianese e cassanese, che tempo addietro, indusse le due amministrazioni ad adottare ordinanze ad hoc nel tentativo di porvi un freno.
Proprio lo sfruttamento della prostituzione è, inoltre, al centro di un verbale reso nel maggio 2011 da Antonio Forastefano (foto in alto a destra) l’ex boss cassanese che ha deciso di collaborare con la giustizia, nel quale viene rievocato un colloquio ad hoc avuto diversi anni prima con Antonio Bruno alias “Giravite” ritenuto a capo della mala coriglianese e trucidato a colpi di kalashnikov il 10 giugno 2009.
«Abbiamo parlato delle numerose prostitute che c’erano nella zona di Corigliano – raccontava in quel verbale Forastefano al pm antimafia Vincenzo Luberto - e Antonio Bruno mi diceva che si stava prodigando al fine di evitare questo fenomeno.
Del resto, anch’io avevo dato mandato ai miei uomini di malmenare alcune che “lavoravano” sulla strada che porta alle terme di Spezzano».
Un fenomeno che non piaceva e la cui scarsa “tolleranza” da parte dei cosiddetti “uomini d’onore” emerge anche in altre inchieste.


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