martedì 27 marzo 2012

I cittadini hanno deciso: «La città unica esiste già»

Cosentini e rendesi distanti da ogni rivalità politica 


Di Lidia Passarelli su Calabria ora del 27/03/2012 (a seguire comunicato del Gruppo consiliare Pd Rende e del circolo Pd Rende)

Il modello della città unica continua a far parlare di sé, ponendo in evidenza le attuali posizioni prese dal Comune di Cosenza e dal Comune di Rende.
Fazioni ideologiche contrapposte in questo tacito conflitto tra le amministrazioni comunali, che continuano a
rispettare la linea di confine che le accomuna.
Quella, per intenderci, attualmente marcata dall’ultima fermata della circolare veloce, che con partenza da Cosenza non si spinge oltre i confini di Campagnano.
Primo passo concreto mosso dal sindaco Occhiuto in favore della tanto discussa conurbazione che, seppur rivoluzionario per il traffico cittadino, è riuscito da una parte a soddisfare molti degli abitanti della città bruzia e
dall’altra a incuriosire la popolazione rendese che sembra non tirarsi indietro nel rivendicare l’unificazione cittadina.
«La città unica - spiega infatti Franco Guido, imprenditore cosentino - porterebbe vantaggi non indifferenti.
Che si parli anche solo dei trasporti, perché l’intensificazione di questi associati ad un collegamento ottimale tra i diversi comuni finirebbe per favorire anche l’evoluzione cittadina da un punto di vista extraurbano.
Stesso discorso per il campus universitario. Bisogna dare i giusti impulsi alla città se si vuole crescere.
Come accade il più delle volte, però, tutto finisce col ridursi ad una mera questione politica, ma un solo uomo non dovrebbe decidere per la collettività sempre che si parli di democrazia».
Convinzione che sembra trovare il proprio contrappunto nelle brevi dichiarazioni date da altri cittadini, pronti ad adottare il modello che lo scorso settembre era riuscito a richiamare all’attenzione i sindaci dei Comuni rispettivamente di: Cosenza, Castrolibero, Montalto e Rende.
In un convegno-dibattito dal titolo che adesso suona quasi come una previsione avverata “Convergenze parallele”.
Le ideologie delle rispettive amministrazioni sembrano infatti essere destinate a non incrociarsi mai, preservando in un futuro non troppo vicino le linee guida storiche.
Fatta eccezione naturalmente per il progressista sindaco di Cosenza che continua a difendere il proprio progetto di valorizzazione urbana e a credere nella possibile collaborazione con i suddetti Comuni.
Ricevendo inevitabilmente l’approvazione da coloro che hanno vissuto i cambiamenti conseguenti al suo
piano d'azione, ma anche da parte di coloro che al confine ne hanno documentato la riuscita.
«Grazie alla circolare veloce - ha infatti commentato Sara Gatto, giovane impiegata rendese ma residente a Cosenza - sono riuscita a recuperare qualche minuto rispetto la tratta precedente. Sebbene fermandosi a Campagnano, finisco inevitabilmente a spenderlo per raggiungere l'ufficio presso cui lavoro. Cosa che non accadrebbe se si inglobasse la città nella tratta percorsa dal pullman in questione. Circolare a parte però, il modello della città unica potrebbe rappresentare davvero una carta vincente per le amministrazioni, e poi è da sempre risaputo che è l’unione la vera forza».


Noi lavoriamo per l’area urbana gli altri fanno solo “effetti speciali”


Comunicato del Gruppo consiliare Pd Rende e del circolo Pd Rende su calabria ora del 27/03/2012


Così come nella favola di Fedro il bue chiama cornuto l'asino, nei commenti locali si descrive Rende “arroccata” nel rapporto con Cosenza.
Altri si isolano, pensano solo al proprio orticello, per quanto nobile ed antico, riscoprono centralità senza tentare di esercitare un ruolo di guida fuori dall'uscio di casa.
Ma chi si arrocca è Rende.
In questo nuovo scenario di frammentazione forzata cosa avrebbe dovuto fare Rende?
Forse servire l'Unical, pensare a nuovi progetti per renderla sempre più quartiere della città, progettare la valorizzazione dell'area industriale per esaltarne il ruolo di guida, che ha conquistato all'interno della Calabria, continuare ad investire nel Centro Storico, per valorizzare ed esaltare i tesori artistici in esso custoditi, progettare il futuro con il parco acquatico che farà di quel pezzo di territorio un piccolo “Central Park” dell'area urbana, costituisce arroccamento?
Oppure significa pensare all'Area Urbana, purtroppo, in solitudine?
Dare un valore decisivo alla realizzazione della metro leggera, un servizio di trasporto di massa che, insieme al viale parco legherà indissolubilmente Cosenza e Rende, ovvero impegnarsi ad elaborare strategie per la costruzione del nuovo ospedale di Cosenza; tutto ciò costituisce arroccamento o impegno per l'area urbana?Né un lavoro così intenso ed importante può essere sminuito perché solo i cosiddetti “effetti speciali” fanno parlare giornali e tv.
In particolare, con riferimento ad esempio alle “luminarie” tutti sanno che a Rende è sempre Natale.
E' visibile, infatti, in città un eccesso di illuminazione che le conferisce un alto tasso di sicurezza.
E, invero, a Rende non si verificano né scippi né rapine.
Oppure i cordoli per velocizzare un servizio urbano esistente, fanno gridare al miracolo, mentre va migliorato il servizio interurbano che collega piazza Matteotti con l'Unical e l'insieme con Montalto Uffugo.
Ma per far ciò è necessaria la metropolitana ed un unico gestore per i piani di bacino.
Allora, lasciando da parte l'effimero, ci si augura che si inizi presto a lavorare seriamente per portare a compimento i grandi progetti che faranno crescere la cultura e la godibilità dell'area urbana, come la
metro leggera, l'attuazione del Pisu, pensando, sin d'ora, a cosa fare per l'emergenza rifiuti.
Al di là della bravura dei sindaci per tenere pulite le città, l'area urbana sarà sommersa dai rifiuti se, oltre alla raccolta differenziata, che a Rende ha raggiunto il 41%, non si realizza un impianto idoneo allo smaltimento.
In conclusione, potremo dire che, per la parte che ci riguarda, la ricreazione è finita dopo 10 giorni dalla consultazione elettorale e che sarebbe opportuno per tutti rompersi i gomiti sui banchi per realizzare per la
crescita delle nostre comunità.
Preferibilmente insieme, nel rispetto dei ruoli conferiti dalla legge e dalla storia, la più antica ma anche quella a noi più vicina.

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