sabato 2 giugno 2012

«Molti aspetti di questo Piano casa ci preoccupano»

Principe: il rischio è che si provochi il definitivo massacro del territorio

Di Antonio Cantisani su Calabria ora del 01/06/2012

Tutte le criticità del Piano Casa.
Il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale Sandro Principe ribadisce le censure al provvedimento approvato dalla maggioranza di centrodestra a palazzo Campanella.
Provvedimento che - evidenzia Principe conversando con “Calabria Ora” - può rappresentare «un disastro a scapito del territorio regionale e delle sue bellezze».
Dice il capogruppo democrat: «Il problema che noi poniamo è che l’impianto della legge resta quello che
era prima e che il governo nazionale ha censurato. E, se attuata, la legge approvata nell’ultimo Consiglio rischia di provocare il definitivo massacro del territorio calabrese, dalle coste alle montagne per finire alle città e ai centri urbani. Ci sono molti aspetti che non ci hanno convinto prima e che continuano a non convincerci. E soprattutto a preoccuparci».
Principe entra quindi nel dettaglio: «Il primo aspetto - osserva - è rappresentato dall’“escamotage” usato dalla maggioranza per portare all’aumento del 20% della volumetria. Originariamente l’aumento del 20% era stato proposto per ogni edificio composto al massimo da due unità abitative, in commissione successivamente è stata approvata una modifica che ha sostituito il concetto di edificio con quello di unità abitativa. Il collega Dattolo dice che è tutto normale, ma invece è stato messo in atto un vero e proprio “trucco”, perché con il provvedimento approvato in aula si consentirà ai condomini, le cui unità abitative possono essere pure 40, di apportare aumenti volumetrici enormi e pericolosi. In buona sostanza - spiega ancora il capogruppo Pd alla Regione - l’aumento volumetrico per unità abitativa e non per edificio rischia di determinare gravissimi danni, un vero e proprio disastro a scapito della bellezza del paesaggio e del disegno urbano delle città e dei paesi, in particolare per i centri storici».
Non finisce qui, secondo Principe: «L’altro aspetto da rimarcare è che la Calabria è una regione soggetta a gravi rischi sismici e di dissesto idrogeologico, e le immagini dall’Emilia Romagna spiegano perfettamente quello di cui stiamo parlando. In questo contesto dobbiamo segnalare con preoccupazione la norma relativa alla demolizione-ricostruzione con il benefit del 35% con la possibilità di cambio di destinazione del 50%: un meccanismo che aumenta in modo esponenziale il disordine nella gestione del territorio e che può risvegliare gli appetiti delle organizzazioni criminali».
Inoltre, Principe pone l’indice anche contro lo strumento della “Scia”, la segnalazione certificata di inizio
attività, che - secondo il capogruppo democrat - «è un autentico suicidio, con tutto il rispetto per i professionisti, perché si rende responsabile di tutto il progettista senza che ci sia alcun controllo dell’amministrazione».
In generale il problema vero - a parere di Principe - è che la legge approvata lunedì scorso «non solo è dannosa ma è anche in controtendenza rispetto alla legislazione nazionale e a quella di altre regioni.
La tragedia in Emilia Romagna certifica perfettamente la nostra analisi, che punta anzitutto alla messa in
sicurezza dell’intero patrimonio edilizio, soprattutto dei centri storici, degli edifici pubblici e degli edifici di culto, e quindi alla messa in sicurezza dell’intero territorio. Ricordo che quando ero deputato venne approvato il decreto “Pro Calabria” che stanziava 80 miliardi per la tutela dei beni culturali: mi sembra - rileva il capogruppo democrat a Palazzo Campanella - che non siano mai stati spesi, a conferma che c’è anzitutto un problema culturale. Nella nostra regione non dobbiamo aumentare il cemento ma mettere in sicurezza il territorio e le sue ricchezze».
Così come - aggiunge Principe - «è una “boutade” la tesi secondo cui la legge sul Piano Casa farà ripartire l’economia: invece è una legge di difficilissima applicazione perché estremamente farraginosa. Anche per l’edilizia sociale vale lo stesso discorso, visto il blocco determinato dalla Giunta».
Il capogruppo del Pd fa intendere che, a differenza del passato, non ci sarà una sollecitazione al livello centrale perché «il problema è di merito, si tratta di una scelta politica della maggioranza di centrodestra sulla quale il governo nazionale può fare ben poco. Noi qualche giorno prima del Consiglio abbiamo depositato una nostra proposta sul Piano Casa per dare alla maggioranza la possibilità di un ripensamento. Speravamo in ravvedimento, invece la maggioranza ha perseverato nell’errore. E il risultato - conclude Principe - è questa legge disastrosa…»

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