martedì 6 novembre 2012

Bersani rinuncia alla segreteria che deve lasciare

Bersani rinuncia alla segreteria che deve lasciare 

 di Pierluigi Magnaschi  su ItaliaOggi del 06/11/2012

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando a Torino, ha detto che lascerà la segreteria del Pd, nel senso che non si ricandiderà al prossimo congresso nazionale del partito. E lo ha fatto con il suo solito linguaggio immaginifico, di tipo vetero rurale: «Credo», ha infatti detto, «che al prossimo congresso debba girare la ruota».
Illustrazione di Claudio Cadei
I siti internet e i vari blog si sono subito sbracciati davanti a questa che, ai loro occhi, sarebbe una strepitosa notizia politica. Si tratta invece di una semplice ovvietà. Qualora, com'è molto probabile al momento attuale, Bersani dovesse vincere le primarie di coalizione, egli si presenterà, alle elezioni politiche dell'aprile prossimo, come il naturale candidato del centrosinistra alla posizione di presidente del Consiglio. Siccome, stante il livello di smembramento e di decozione del centrodestra, Bersani vincerà molto probabilmente anche le elezioni politiche, il segretario del Pd si troverebbe nella impossibile condizione di dover ricoprire contemporaneamente sia la carica di segretario del partito sia quella di presidente del Consiglio. Da qui la necessità di rinunciare a una di essa. Che è quella di segretario del Pd, visto che non sarebbe valsa la pena sottoporsi al supplizio delle primarie per poi tornare al punto da cui era partito. La stessa soluzione avverrebbe anche nella ipotesi (che, ripeto, allo stato attuale, è molto improbabile) che Bersani perda le primarie. In questo caso infatti Bersani e i suoi supporter (cioè la quasi intera struttura burocratica del partito) subirebbero una sconfitta politica tale che gli equilibri interni del partito dovrebbero essere radicalmente ridiscussi, inventandosi, da una parte e dall'altra, un candidato alla segreteria dei partito diverso sia da Pierluigi Bersani (perché ha perso) sia da Matteo Renzi (perché se ne andrebbe alla presidenza del consiglio). Ecco perché l'attuale segreteria del Pd è da considerare a termine (fino al prossimo congresso del partito che si terrà a metà del 2013) e perché, in ogni caso, Bersani non potrà continuare a essere il segretario del Pd. Ed ecco anche perché, quindi, la notizia della non ripresentazione di Bersani non è una notizia. Non è lui infatti che rinuncia ma le circostanze che lo portano, obbligatoriamente, a rinunciare.

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