La prima assemblea in città dopo oltre tre anni di stop
Di Saverio Paletta su Calabria Ora del 01/04/2012
Dal 2009 il Pd non celebrava una propria assemblea in città. L’occasione si è presentata ieri con la riunione del primo circolo, dedicata -per ovvie ragioni di competenza territoriale- al centro storico. Non
è un caso che l’assemblea di ieri, svoltasi all’interno del dopolavoro ferroviario, segua a ruota il dibattito promosso circa 10 giorni fa dal terzo circolo del Pd, per capirci quello cattolico assai vicino a Mario
Maiolo. Un altro modo, per i due circoli cittadini che si sono sobbarcati l’onore della bandiera nelle ultime amministrative, per dire che il Pd c’è ancora e batte un colpo. Solo che ieri si è parlato di politica e se
n’è parlato in maniera dura. Rilanciare sì. Ma da qui a far finta che certe cose non siano successe e che le ferite si siano rimarginate ne corre. Lo ha ricordato Raffaele Zuccarelli (i cui spiriti battaglieri non si sono ancora sopiti) nella sua relazione introduttiva in cui ha toccato tutti i punti del dibattito per sommi capi.
A partire dagli aspetti “costruttivi” («Occorre considerare il centro storico e l’Unical come i due poli su cui costruire l’area urbana») per culminare in quelli più polemici, che da stimolanti diventano gustosi come capita sempre quando ad alzare i toni sono le persone pacifiche. «Il partito deve avere il primato su tutto. Sulle
correnti ma soprattutto sui personalismi». E giù una serie di stoccate contro i personalismi, «la rozza logica paesana e le contrapposizioni tra territori portate avanti in nome dei campanilismi».
Ora, sia che queste tesi si declinino in termini incendiari, come ha fatto uno scatenatissimo Antonio Ciacco, sia che le si prendano in maniera propositiva, come ha invece fatto Enza Bruno Bossio -che ha rilanciato l’idea di un «partito aperto e plurale in cui le ragioni della politica incontrano quelle dei territori»- resta il dato politico di un’assemblea partecipata e, a tratti, affollata. Segno che queste tesi sono condivise. Anche da chi all’assemblea di ieri era “ospite”, come Nicola Adamo. O vi ha partecipato da militante “defilata”, come Maria Lucente, ex assessora Pd che ora siede nel gruppo Pse con Giuseppe Mazzuca ed Enzo Paolini. Il resto è stata una ridda di interventi, in cui hanno ripreso la parola in pubblico dopo un lasso considerevole di tempo alcuni protagonisti dell’esperienza amministrativa del quinquennio Perugini. Come
Damiano Covelli, ex presidente del consiglio comunale ed ex assessore alla Protezione civile, protagonista anche lui di un intervento devastante, e Giovanna Tartoni, l’ultima presidente della prima circoscrizione. Guarda caso, quella del centro storico. Parlare di centro storico significa tirare in ballo l’area socialista. Perciò non è stato fuori luogo l’intervento di Umile Trausi, che aveva preceduto la Tartoni alla guida della circoscrizione. Ancora di politica ha parlato Gabriele Petrone, autore di un intervento moderato ma incisivo sul ruolo del Pd in città. A prescindere dalle varie tesi, da cui dovrebbe sortire un documento politico del partito in città, il messaggio è stato chiarissimo: due circoli cittadini su quattro hanno deciso di mettersi in moto. Soprattutto il primo, che ha dimostrato di poter risvegliare la base e aprire una dialettica democratica.
Se siano rose o meno, dipenderà dalla fioritura.
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