«Illegittimi» i poteri «da sceriffo» dei sindaci di Cassano e Corigliano
Di Rossella Molinari su Calabria ora del 2/12/2011
Stop ai “sindaci sceriffi”. E stop anche alle multe alle prostitute e ai loro clienti, effettuate dal 2008 sul territorio di Corigliano e di Cassano Jonio sulla base di ordinanze sindacali emanate proprio sulla scorta di
quel “pacchetto sicurezza”, varato dall’ex ministro Maroni, ora censurato in gran parte dalla Corte Costituzionale. In pratica, con sentenza dello scorso aprile, la Corte Costituzionale si è espressa su una questione sollevata dal Tar Veneto bocciando il potere di ordinanza dei cosiddetti “sindaci sceriffo” (la norma è stata dichiarata incostituzionale poiché viola il principio di eguaglianza dei cittadini e la riserva di legge) previsto dalla legge 125/2008 (pacchetto sicurezza). Nello specifico, il potere dei sindaci di emanare ordinanze a tutela dell’incolumità pubblica (e anche la prostituzione rientrava tra questi motivi) non è stato completamente abrogato, ma solo limitato «ai casi in cui sussistano presupposti di contingibilità e urgenza, a condizione della temporaneità dei loro effetti e, comunque, nei limiti della concreta situazione di fatto che si tratta di fronteggiare». Si suppone, quindi, che la legittimità delle ordinanze possa essere oggetto di una valutazione caso per caso. Nel frattempo, intanto, venuti a conoscenza della sentenza della Corte costituzionale, le multe alle prostitute e ai clienti non vengono più effettuate né a Corigliano né a Cassano
Jonio dove, tra l’altro, grazie ad una proficua sinergia tra il Comune e le forze dell’ordine (carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale) il fenomeno è stato in parte arginato. Proprio Corigliano, invece, era stata la prima città del Mezzogiorno ad attuare un provvedimento consentito dal pacchetto sicurezza varato dal Governo il 24 luglio 2008, con l’ordinanza emanata ad ottobre di quello stesso anno dall’allora commissario
prefettizio Paola Galeone a contrasto della prostituzione su strada e a tutela della sicurezza urbana. Sulla
base di quell’ordinanza, le forze dell’ordine iniziarono ad elevare numerose multe sia alle prostitute (per
“invito al libertinaggio”) sia ai clienti (la somma iniziale era 200 euro, poi innalzata a 500 dall’ex sindaco
Pasqualina Straface nel 2009) procedendo anche al sequestro delle vetture. Nello specifico, l’ordinanza
sindacale, emessa poi anche dal primo cittadino di Cassano Jonio Gianluca Gallo, vietava «a chiunque
di contrattare, ovvero concordare prestazioni sessuali a pagamento, oppure intrattenersi, anche dichiaratamente solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada». Il
tutto considerato anche il rischio, determinato dalla presenza delle lucciole, di turbativa alla circolazione stradale con code, frenate, arresti improvvisi e manovre azzardate. Ora, “congelate” le ordinanze sindacali, i due Comuni dovranno fare i conti anche con i mancati introiti che quelle multe consentivano di incamerare nelle casse comunali e che a Corigliano si attestavano intorno ai 200mila euro annui. Una cifra che la dice tutta sul florido mercato del sesso.
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