Lo denunciano Principe e Pacenza: troppe critiche al tavolo Massicci
Di Saverio Paletta su Calabria ora del 29/11/2011
«Non siamo disfattisti», ha dichiarato Franco Pacenza, l’ex consigliere regionale, Ds prima Pd poi, durante
la conferenza stampa svoltasi ieri mattina all’Hotel San Francesco, uno dei “santuari” del socialismo rendese.
Non a caso, assieme a Pacenza c’era Sandro Principe, il capogruppo democrat a palazzo Campanella,
a denunciare il brusco stop che il piano di rientro per la Sanità regionale ha subito dal tavolo Massicci.
Non sarà bocciatura, visto che Scopelliti ha tentato venerdì scorso di correre ai ripari con il varo di un decreto (il 120/2011), ma poco ci manca.
«Il primo rilievo che emerge dall’ultimo tavolo Massicci è che il debito storico non è stato certificato», ha proseguito Pacenza.
Quindi del “buco”, anzi della voragine su cui tutti, dal 2010 in poi, hanno dato i numeri (a quanto pare senza azzeccarli) si sa ancora poco.
E non finisce qui.
Perché se è già difficile capire di quanto rientrare se non si conosce il deficit, non riuscire a mantenere troppo
la spesa corrente, che vuol dire altri debiti, è una tragedia, almeno a sentire Pacenza.
«Il calo dei debiti negli ultimi tre anni è stato troppo basso», ha insistito il big di Corigliano.
E sarebbe, a sentir lui, un “taglio” che sa di bluff: «Nel 2010 siamo scesi di 67 milioni. Questa somma è il prodotto di due elementi: la riduzione della spesa farmaceutica e il blocco del turn over nel personale».
Come a dire tanti sacrifici per nulla.
Già perché i 950 e rotti milioni di premialità, di cui si parla da oltre un anno «non sono stati sbloccati».
Al danno si aggiunge la beffa.
Infatti, ha incalzato Pacenza, «mentre il Lazio e la Campania, commissariati anch’essi, hanno ottenuto i residui, noi abbiamo solo avuto la possibilità, lo scorso luglio, di contrarre un mutuo di 398 milioni, con una rata annuale di 30 milioni che peserà per due lustri sulle spalle dei calabresi».
Si consideri tutto ciò e si pensi che il tempo stringe: «Il dibattito in consiglio regionale riprenderà venerdì
prossimo», ha ribadito Principe, ma «il piano di rientro scadrà il 31 dicembre».
In questa data dovrebbe chiudersi il ciclo iniziato da Loiero a dicembre 2009.
Il piano, secondo i dati forniti dai due dirigenti del Pd: «È arrivato ai due terzi di avanzamento», quando dovrebbe essere quasi concluso.
E non è avanzato nemmeno bene, «visto che lo Stato e il tavolo Massicci hanno impugnato diversi provvedimenti normativi della Regione», ha proseguito Principe.
Che non ha rinunciato a una delle sue sortite classiche: «Se fallisse la Sanità fallirebbe pure il regionalismo. Noi daremo il nostro contributo per scongiurare questo rischio. Certo, dall’altra parte abbiamo visto comportamenti istituzionali non corretti. Ma noi pensiamo prima alla Calabria».
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